In questo periodo ho la passione dei cibi semplici, fatti con pochi ingredienti, per cui vi dò la ricetta di queste sciacciatine fatte solo con acqua e farina di castagne, che io trovo buonissime, e che sono solita fare quando voglio portare qualcosa da mangiare in qualche evento, ad esempio ad una festa, una conferenza, etc, perchè sono ideali come finger food.
Sono molto salutari perchè pur essendo dolci non contengono zucchero.
Io d'inverno le uso anche per la prima colazione, oppure per accompagnamento ad alcuni piatti, al posto del pane.
Questa è una ricetta dell'Appennino Tosco-Romagnolo, terra a cui sono molto legata e dove sono state conservate le antiche tradizioni, in particolare quelle legate alla civiltà del castagno. Lì sono sopravvissuti bellissimi castagneti di ottime varietà, con alberi secolari e prati punteggiati di fiori e di funghi (non so se sopravviveranno ancora, dopo che qualcuno ha importato con i castagni giapponesi, che tra l'alto fanno frutti molto cattivi, il cinipide del castagno, un tremendo parassita).
Fino alla metà del secolo scorso su questi monti la base dell'alimentazione non era il pane di farina di grano, molto raro, ma i marroni e tutti i loro derivati.
La preparazione di questa farina è quasi un rito: le castagne vengono messe in apposite costruzioni di pietra, gli essicatoi, dove per 15 giorni (e 15 notti) viene mantenuto acceso un fuoco, con la fiamma molto bassa, alimentato solo con lega di castagno, che conferisce un profumo particolarmente buono. Poi sono private della buccia e portate a macinare negli antichi mulini ad acqua con le macine di pietra, che sorgono sulle rive di fiumi dalle acque color smeraldo.
Molti di questi mulini erano stati abbandonati, e fino a vent'anni fa era molto difficile trovarne uno, la farina veniva portata a macinare lontano. L'unico sopravvissuto era quello di S. Pellegrino, sul Santerno: la mugnaia si chiamava Befalia ed era una vecchietta dolcissima, che viveva lì da sola.
Il mulino si raggiungeva attraverso una lunga passerella ondeggiante sul fiume, come quelle che si vedono nei film, e si dovevano portare i sacchi di farina passando da lì: io confesso che lo facevo, ma avevo proprio paura! Ora fortunatamente, con il desiderio di recuperare le vecchie tradizioni, molti altri mulini sono stati ristrutturati e rimessi in funzione.
Non è necessario chiedere quando alla macinatura del mais segue quella delle castagne: si sente il profumo ad un chilometro di distanza!!
Ora queste farine si trovano abbastanza facilmente anche in altre parti d'Italia, nei negozi di prodotti tipici o naturali.
ingredienti:
farina di castagne
acqua q.b.
Mescolate la farina con l'acqua fino ad ottenere una pastella poco meno liquida di quella delle creps. Ungete appena una padella antiaderente col fondo piatto, o una padella di ferro, con pochissimo olio evo o dello strutto, in modo che le schiacciatine non attacchino ma non risultino unte.
Ponete la padella sul fuoco a fiamma media, e versando la pastella col cucchiaio, formate delle mini-creps alte circa 4 mm. Se dovessoro risultare troppo sottili o grosse aggiungete rispettivamente un pò di farina o acqua alla pastella. Quando sono cotte da un lato giratele con una paletta e finite di cuocerle.
Sono molto buone spalmante con ricotta, per un antipasto raffinato, o con marmellata di corniole. Un tempo, quando non c'erano problemi di dieta, venivano preparate anche con pancetta tagliata a fettine e rosolata, per una colazione da boscaiolo.
Io però le preferisco semplici, senza niente, e così ve le propongo.
Questa è la mia cucina economica, che uso per scaldarmi, cuoce i cibi benissimo e mi rallegra nelle grigie giornate invernali col suo fuoco a vista. Inoltre io non sono catastrofista e non penso che succederanno disastri immani, ma qualche blak-out magari ci sarà, per cui preferisco avere anche una fonte di riscaldamento d'emergenza non dipendente dall'elettricità.
Con questa ricetta partecipo al contest Dentro il riccio di "Dentro la pentola".
Sono molto salutari perchè pur essendo dolci non contengono zucchero.
Io d'inverno le uso anche per la prima colazione, oppure per accompagnamento ad alcuni piatti, al posto del pane.
Questa è una ricetta dell'Appennino Tosco-Romagnolo, terra a cui sono molto legata e dove sono state conservate le antiche tradizioni, in particolare quelle legate alla civiltà del castagno. Lì sono sopravvissuti bellissimi castagneti di ottime varietà, con alberi secolari e prati punteggiati di fiori e di funghi (non so se sopravviveranno ancora, dopo che qualcuno ha importato con i castagni giapponesi, che tra l'alto fanno frutti molto cattivi, il cinipide del castagno, un tremendo parassita).
Fino alla metà del secolo scorso su questi monti la base dell'alimentazione non era il pane di farina di grano, molto raro, ma i marroni e tutti i loro derivati.
La preparazione di questa farina è quasi un rito: le castagne vengono messe in apposite costruzioni di pietra, gli essicatoi, dove per 15 giorni (e 15 notti) viene mantenuto acceso un fuoco, con la fiamma molto bassa, alimentato solo con lega di castagno, che conferisce un profumo particolarmente buono. Poi sono private della buccia e portate a macinare negli antichi mulini ad acqua con le macine di pietra, che sorgono sulle rive di fiumi dalle acque color smeraldo.
Molti di questi mulini erano stati abbandonati, e fino a vent'anni fa era molto difficile trovarne uno, la farina veniva portata a macinare lontano. L'unico sopravvissuto era quello di S. Pellegrino, sul Santerno: la mugnaia si chiamava Befalia ed era una vecchietta dolcissima, che viveva lì da sola.
Il mulino si raggiungeva attraverso una lunga passerella ondeggiante sul fiume, come quelle che si vedono nei film, e si dovevano portare i sacchi di farina passando da lì: io confesso che lo facevo, ma avevo proprio paura! Ora fortunatamente, con il desiderio di recuperare le vecchie tradizioni, molti altri mulini sono stati ristrutturati e rimessi in funzione.
Non è necessario chiedere quando alla macinatura del mais segue quella delle castagne: si sente il profumo ad un chilometro di distanza!!
Ora queste farine si trovano abbastanza facilmente anche in altre parti d'Italia, nei negozi di prodotti tipici o naturali.
ingredienti:
farina di castagne
acqua q.b.
Mescolate la farina con l'acqua fino ad ottenere una pastella poco meno liquida di quella delle creps. Ungete appena una padella antiaderente col fondo piatto, o una padella di ferro, con pochissimo olio evo o dello strutto, in modo che le schiacciatine non attacchino ma non risultino unte.
Ponete la padella sul fuoco a fiamma media, e versando la pastella col cucchiaio, formate delle mini-creps alte circa 4 mm. Se dovessoro risultare troppo sottili o grosse aggiungete rispettivamente un pò di farina o acqua alla pastella. Quando sono cotte da un lato giratele con una paletta e finite di cuocerle.
Sono molto buone spalmante con ricotta, per un antipasto raffinato, o con marmellata di corniole. Un tempo, quando non c'erano problemi di dieta, venivano preparate anche con pancetta tagliata a fettine e rosolata, per una colazione da boscaiolo.
Io però le preferisco semplici, senza niente, e così ve le propongo.
Questa è la mia cucina economica, che uso per scaldarmi, cuoce i cibi benissimo e mi rallegra nelle grigie giornate invernali col suo fuoco a vista. Inoltre io non sono catastrofista e non penso che succederanno disastri immani, ma qualche blak-out magari ci sarà, per cui preferisco avere anche una fonte di riscaldamento d'emergenza non dipendente dall'elettricità.
Con questa ricetta partecipo al contest Dentro il riccio di "Dentro la pentola".