venerdì 24 dicembre 2010

IL SOTTOBOSCO IN DICEMBRE

Muschio

In questo mese nel nostro sottobosco non ci sono fiori, ma possiamo avere bellissimi muschi. Ovviamente il muschio non si prende nei boschi, oltre che essere proibito sarebbe un crimine; possiamo prendere invece vecchi ceppi o radici contorte, da fare muschiare.
Li metteremo in una posizione particolarmente ombrosa e, quando non gelerà più, per accelerare l'espandersi del muschio li nebulizzeremo con una certa frequenza con un concime organico in forte diluizione. Una volta attecchito bene il muschio è molto più resistente alla siccità di quello che si pensi, e sarà necessario bagnarlo non più delle altre piante.


Nel vostro ceppo vi consiglio di mettere su un lato del terriccio, o di fare delle cavità, o sfruttare quelle che eventualmente già ci sono, e inserire piccole felci, come a volte si vedono in natura appunto in mezzo al muschio. Sono particolarmente adatte il polypodium vulgare (che ha anche radici commestibili dal sapore di liquerizia) e asplenium trichomanes, graziose e rustiche. Potete chiederle in un garden center un pò fornito o alle fiere di piante, non sono difficili da trovare.

giovedì 2 dicembre 2010

AMICI DELL'ORTO

Cercando il nome scientifico della verdura pugliese "cardoncelli", che mi manca e voglio procurarmi per le mie mostre, mi sono imbattuta per caso nelle schede sulle erbe del blog Amici dell'orto, che pensavo parlasse solo di ortaggi. Sono entusiasta, perchè non solo le schede sono molto interessanti e ho trovato il nome dei cardoncelli, ma gentilmente mi mandano anche i semi. Evviva! Tra l'altro ho scoperto che esistono cinque varietà di rucola, mentre io ne conoscevo solo tre; è proprio vero che più cose si imparano e più ci si rende conto di non sapere: alcuni anni fa mi ritenevo una super esperta d'erbe, adesso mi rendo conto di essere solo all'inizio dell'esplorazione di questo mondo.

giovedì 25 novembre 2010

Marmellata di frutta antica e mosto

Questa è un'antica ricetta di marmellata senza zucchero, nata non per motivi dietetici, ma probabilmente risalente a prima della sua invenzione.

Fino alla metà del secolo in Romagna si continuava ad usare il mosto per dolcificare le marmellate, perchè lo zucchero costava troppo e tanti contadini non si potevano permettere di comprarlo.

"E savor", così si chiamava, si preparava in autunno, perchè serviva per conservare tutta la frutta con un'ammaccatura o comunque non perfetta, che non si sarebbe mantenuta per l'inverno.
Quando io ero una ragazzina avevamo scoperto la ricetta da una nostra amica contadina e siccome ci piaceva tantissimo la preparavamo tutti gli anni : era un grande avvenimento(e una gran festa!), perchè per farla sono indispensabili antiche varietà di frutta, come ad esempio le nespole o le cotogne, che allora in Romagna erano quasi scomparse, e noi andavamo a cercarle e a raccoglierle da alberi sopravvissuti vicino a case abbandonate, divertendoci tantissimo.
Poi questi frutti antichi, salvati da vivaisti appassionati, si sono diffusi nuovamente e la gente ha imparato ad apprezzarli.


Torniamo alla nostra ricetta.

ingredienti:

4-5 litri di mosto

frutta di varietà antiche:  indispensabili le cotogne (che devono essere in percentuale un terzo circa della quantità complessiva di frutta), poi mele, pere, nespole, fichi, prugne e tutte le varietà che ci sono a disposizione in campagna d'autunno

frutta secca: noci, nocciole, mandorle (queste ultime non sono indispensabili)

uno o due limoni biologici

Innazi tutto bisogna procurarsi il mosto, che deve essere all'inizio della fermentazione, perchè poi altrimenti tutto lo zucchero si trasforma in alcol.
In questo periodo, se avete qualche amico contadino che produce il vino è facile che ve ne possa dare un pò. Se non avete modo di trovarlo potete farlo, come abbiamo fatto noi, schiacciando l'uva in una bacinella e ricoprendo tutto con un telo : il giorno successivo lo passate ed è pronto per usarlo.

Mettetelo in un pentolone sul fuoco, possibilmente sulla stufa a legna, che per le cotture lente è l'ideale, finchè si è  ristretto di metà.

Nel frattempo pulite la frutta e tagliatela a piccoli pezzi.
Man mano che è pronta agguingetela nella pentola e proseguite la cottura a fuoco molto basso, mescolando di tanto in tanto: il tempo minimo è sei ore, ma veniva cotta anche per un giorno intero. La pentola va lasciata scoperta.
Le noci e le nocciole vanno aggiunte a circa metà cottura, e rendono particolare questa preparazione..
Noi mettavamo anche bucce di limone, che probabilmente non c'erano nella versione più antica, ma ci stanno bene. Potete mettere tutto il limone, non solo la buccia, tagliandolo a pezzetti.

Non so darvi delle dosi esatte pre la frutta, perchè cambiano sempre a seconda di quello che si ha a disposizione.
Vi consiglio di preparare "e savor" in diverse persone, così diventa un divertimento, mentre farlo da soli è piuttosto impegnativo.

Quest'anno ho preparato nuovamente questa marmellata perchè l'uva fragola del mio giardino ha fatto una produzione eccezionale, e non la posso neanche regalare perchè qui a Vidracco ne hanno tutti, pare che in questa zona ci fosse l'usanza di piantare queste viti in tutte le case.

Le mie viti crescono su una pergola deliziosa, fresca anche nelle giornate più afose, sotto la quale abbiamo mangiato tutta l'estate.
Ora lasciar cadere in terra e marcire l'uva ci sembrava un'offesa alla natura, così ci siamo ricordati di questa vecchia  ricetta, e abbiamo deciso di fare il mosto necessario per prepararla.

Sempre con il mosto si faceva anche un budino, un pò differente da quello dell'Emilia, con il pangrattato invece della farina e con i semi di finocchio.
Poi parte del mosto si faceva restringere proprio tanto, in modo che si conservasse, e si otteneva la saba, una preparazione antichissima che si usava per condire le verdure, ad esempio i fagioli, invece dell'olio e per bagnarci i tortelli dolci (ma qulla dei tortelli dolci è una storia troppo lunga che vi racconterò in primavera, quando è il momento in cui si fanno).





Io non avevo il tempo per cercare tutta la frutta occorrente per la marmellata che vi ho raccontato, e così l'ho fatta con le mele degli alberi che crescono nel prato della vicina,che mi ha detto di prenderle, siccome lei non le raccoglie. Quelle della foto ovviamente non sono le mele della vicina, ma di un banchetto alla fiera di Guastalla, perchè non sono ancora abituata a tenere il blog e mi sono dimenticata di fotografare le mie prima di usarle.

giovedì 11 novembre 2010

bacche di rosa

sono andata a raccogliere delle bacche di rosa, un pò per mangiarle perchè, come saprete, alle nostre latitudini sono il frutto col più alto contenuto di vitamina C
(40 volte più delle arance), un pò per seminarle perchè quì, cioè sull'Appennino Toscano, ce ne sono di particolarmente belle. Siccome anche il paesaggio mi piaceva,

ho fatto un pò di foto.

mercoledì 27 ottobre 2010

Sottobosco

Erytronium denscanis
Dente di cane
Sottobosco 

Una cosa che ho sempre amato molto sono gli angoli di sottobosco, quando, passeggiando tra gli alberi, ti imbatti all'improvviso in un tappeto di primule e viole, o di dente di cane ed epatica (avete notato come gli accostamenti di colore in natura sono sempre perfetti?). 

Epatica, Hepatica nobilis

In questo momento stanno cadendo le foglie, e le distese colorate che creano in terra sono uno spettacolo bellissimo. Poi, quando diventeranno brune, saranno uno sfondo ideale per i fiori (senza contare i vantaggi della pacciamatura che ripara dal freddo e dal secco e del nutrimento fornito dall'humus che formano). Tanti clienti mi chiedono come fare ad avere un prato perfetto sotto gli alberi, ma a me piacciono molto di più le foglie ed il terriccio. L'alternativa al prato, in tanti giardini ombrosi, sono le tappezzanti, come ad esempio la convallaria japonica, che ho sempre trovato molto deprimenti e pensavo che non si usassero più, sempreverdi, ma così scure ed uguali a se stesse tutto l'anno.

Non sarebbe molto più bello avere un susseguirsi di fiori di bosco che si alternano, differenti in ogni mese? A me ad esempio attira tantissimo l'idea di ricreare, in certi cupi giardini delle grandi città, degli ambienti come quelli dei boschi. (se c'è qualche paesaggista che la pensa come me mi contatti). 

Nel terreno della casa dove mi sono trasferita da poco, in fondo ad una zona selvaggia dove voglio ricreare un prato fiorito, ci sono alcuni noccioli sotto ai quali si è creato l'ambiente ideale per ricostruire un angolo di sottobosco.

Io terrò un diario di cosa fare e di cosa ci sarà nei vari momenti dell'anno, chi vuole potrà seguire questi spunti (ed eventualmente mandarmi i suoi,spesso i clienti portano suggerimenti preziosi)


Polmonaria Pulmonaria officinalis
IL SOTTOBOSCO IN NOVEMBRE

Cosa c'è:
Hanno ancora alcuni fiori gli ultimi ciclamini. La polmonaria che ho appena piantato mantiene ancora le sue bellissime foglie chiazzate di bianco.

Le foglie stanno ricoprendo il terreno.

Da fare:
In autunno, nei momenti in cui il terreno non è gelato, conviene mettere a dimora, le piantine che ci daranno le prime fioriture primaverili: ellebori, epatica, viole, primule.

Ora siamo un pochino in ritardo, ma se non l'abbiamo fatto prima, come me, possiamo affrettarci a piantare i bulbi: campanellini (leucoium vernum), dente di cane (erytronium dens-canis), bucaneve (galanthus nivalis). 

Scilla bifolia, Liliacee
Io vorrei piantare anche la scilla bifolia spontanea, che a primavera è veramente stupenda con i suoi fiori turchese vivo sullo sfondo bruno del terriccio (ricorderò sempre l'emozione di quando ne ho visto per la prima volta una grande distesa fiorita, sotto dei faggi secolari ancora spogli, nel parco naturale del Casentino), ma in commercio purtroppo sinora sono riuscita a trovare solo una cultivar blu smorto, che non mi piace.

Se vogliamo copiare la natura, i ciclamini sono spesso associati agli ellebori, il dente di cane all'epatica, i campanellini all'aglio orsino (questi ultimi ricordiamoci di metterli nelle zone più umide). 

Leucojum vernum 

E' molto importante, nel mettere a dimora piantine e bulbi, tener conto dell'accostamento dei colori di quelle che fioriscono contemporaneamente. Dove pianto il cyclamen hederifolium invece sto attenta a non mettere piante che mantengano le foglie in settembre, perchè così ci sarà una distesa di soli fiori, bellissima.