martedì 18 giugno 2013

Bibita frizzante di fiori di sambuco - Socata de soc

Questa è una deliziosa bibita frizzantina, da bere d'estate in alternativa a quelle del supermercato, che come sappiamo non sono molto salutari.
La ricetta me l'ha data Rodica, che viene dalle montagne della Romania. Lì la preparano tutti, specie in campagna, e ognuno ha ovviamente la sua ricetta.


Per 2 litri d'acqua abbiamo usato

2 cucchiai di zucchero di canna (nella ricetta originale 4, vedete un pò voi cosa preferite)

8 fiori grandi di sambuco

un limone

un cucchiaino scarso di pasta madre liofilizzata, se l'avete fresca naturalmente è meglio

Mettete in un vaso di vetro grande l'acqua, i fiori liberati di gran parte dei piccioli, lo zucchero. Grattugiate la parte gialla della buccia di limone, spremete il succo e aggiungeteli agli altri ingredienti. Mescolate con un cucchiaio di legno, il metallo non va bene.
Coprite il vaso con un tovagliolo pulito, fermandolo con un cordoncino o un'elastico e mettetelo al sole per tre giorni, mescolando ogni giorno. Se quando preparate questa bibita è ancora freddo di notte, alla sera ritiratela in casa e rimettetela al sole al mattino. Passati i tre giorni filtratela attraverso un colino su cui avete messo una garza e imbottigliatela, non riempendo completamente la bottiglia, lasciatene vuoto circa un quinto perchè la bibita continuerà a fermentare. Riponetela in cantina o un altro luogo fresco. Si manterrebbe per molti mesi, l'unico problema è che in realtà essendo molto buona finisce subito.
Attenzione a quando l'aprite perchè è spumante e può saltare via il tappo!
Con queste dosi viene forse molto concentrata, ma preferisco farla così, poi diluirla eventualmente con altra acqua.

Si può preparare anche con i fiori secchi, anzi Rodica ha usato proprio questi perchè dice che riesce più dolce.


Così mi sono fatta una scorta di fiori secchi raccogliendo gli ultimi che ho trovato  in montagna, e ne ho approfittato per prendere anche l'acqua di sorgente, che sicuramente per fare questa preparazione è la migliore.

martedì 4 giugno 2013

I narcisi selvatici della Bella Addormentata



Sono fioriti i narcisi sulla Bella Addormentata, la montagna che è l'emblema della mia valle, ed i prati velati di bianco si vedono dalla pianura, a 15-20 km di distanza.


Quest'anno la fioritura è in ritardo di circa un mese, e così, non coincidendo con le fiere più importanti, me la sono potuta godere anch'io e sono riuscita ad andare a fare foto.







Le foto da vicino non sono venute bene, perchè ho delle difficoltà col bilanciamento dei bianchi ed il vento faceva muovere i fiori. Assieme ai narcisi fioriscono le genziane, di un blu stupendo.


 Un tempo era possibile vedere spettacoli del genere anche a basse quote, fino a 400 m di altitudine, ma l'industrializzazione dell'agricoltura da un lato e l'incuria dall'altro hanno fatto sparire tutti i fiori. Ora non pensiamo a questo e godiamoci quello che resta ancora.

Il pian delle nere


La prossima volta voglio raggiungere questi prati dolcamente ondulati, con le baite purtroppo abbandonate e gli aceri di monte.




lunedì 27 maggio 2013

Gladioli selvatici


Gladiolus italicus

L'altro giorno, andando in campagna in una zona dove la mia amica Luciana ci doveva mostrare delle piante, ci siamo persi e siamo capitati in una stradina che fiancheggiava questo stupendo campo di grano coi papaveri.


Uno spettacolo piuttosto raro da vedere al giorno d'oggi, ma il nostro stupore è stato più grande quando in mezzo al grano abbiamo visto anche i gladioli selvatici.



Un tempo comunissimi nella Pianura Padana e nelle colline circostanti, ora si trovano sporadicamente solo nelle zone più isolate, lungo i margini delle strade, mentre i campi sono diventati perfette monoculture con una sola specie, un deserto per qualsiasi altra forma di vita. Abbiamo mai pensato a come può apparire un moderno campo a un'ape o a una farfalla? Un immenso deserto.


Comunque torniamo ai nostri gladioli: per quanto io non sopporti quelli coltivati, così rigidi ed eccessivi nelle aiuole, trovo assolutamente deliziosi questi selvatici.




Bellissimi da inserire nel nostro giardino naturale, stanno bene in un'aiuola con fiordalisi, speronella, camomilla, specchio di venere e papaveri, ma a differenza di queste ultime si trovano bene anche in un prato alto fiorito.

lunedì 13 maggio 2013

Salsa di aglio orsino


Nelle zone umide delle colline e montagne del nord sta fiorendo l'aglio orsino. Un tempo cresceva anche in pianura, ma adesso è difficilissimo vederlo. Se fate una passeggiata in collina, lungo un ruscello o in un bosco umido facilmente vi potete imbattere in una colonia di questa bella pianta (magari chiedete a qualcuno della zona dove trovarla, perchè cresce appunto a grandi macchie, o ne trovate tanto o niente).


Nei paesi del centro Europa è di uso comune, da noi invece è conosciuto solo localmente, ad esempio nella mia valle. Se nel vostro giardino c'è una zona umida e ombrosa conviene piantarlo per averlo facilmente a portata di mano, così quando non avete tempo, come me in questo momento, potrete raccoglierlo senza andare lungo un ruscello.


Io è da un pò che volevo andare, ci sono riuscita solo ieri.
Questo aglio è utilissimo per una cura disintossicante primaverile e ha tutte le proprietà dell'aglio coltivato, cioè è depurativodel sangue, antibatterico, antisettico a livello dell'apparato respiratorio e intestinale, antidiarroico, secondo recenti studi è anche uno degli alimenti maggiormente preventivi nei confronti dei tumori. Inoltre è stimolante del sistema immunitario, rinvigorente e utile contro le artriti e i reumatismi. Pare che sia anche afrodisiaco, ho sentito diverse testimonianze che confermano questa proprietà. Mi fermo qui perchè ci sarebbe da scrivere un post solo sulle qualità dell'aglio. Siccome la maggior parte dei suoi principi attivi si perde però con la cottura e non tutti digeriscono l'aglio crudo in quantità, ecco il mio aglio orsino, che è altrettanto benefico, ma dal gusto molto più delicato. Attenzione, le proprietà si perdono anche con l'essicazione, è bene proprio mangiarlo fresco in questa stagione. Per fare una bella cura primaverile disintossicante ed energizzante mangiate in quantità le foglie ed i fiori aggiunti alle insalate, alle patate bollite, alle salse.
Quando lo raccogliete fate attenzione a non confonderlo col mughetto o col colchico, velenosi: non vi do la descrizione delle differenze botaniche di queste piante, perchè penso non servano molto ad un principiante. Quando è fiorito si riconosce dai fiori inconfondibili, prima della fioritura il modo più semplice per identificarlo con sicurezza è annusarlo: l'aglio odora fortemente di aglio, il mughetto e il colchico ovviamente no.



Il nosto Allium ursinum è utilizzabile solo sino a circa fine giugno, poi le foglie avvizziscono e la pianta va a riposo, ma se vi piacciono gli agli spontanei la nostra flora ne conta diverse decine, alcuni dei quali in sono vegetazione anche in autunno e inverno, e ce ne sono per tutte le regioni e le diverse condizioni ambientali, dall'ursinum ed il victorialis che crescono all'umido e fresco dei boschi al lusitanicum che riesce a crescere in pochi centimetri di terra su rocce compatte al sole a quote molto basse. Ma è meglio che vi dia la ricetta e degli altri agli ve ne parli un'altra volta, perchè questo è un argomento che mi appassiona e rischio di non fermarmi più.




un mazzo di foglie e fiori (facoltativi) di aglio orsino
formaggio caprino fresco, o formaggio che nella mia zona viene detto caprino, ma è fatto col latte di mucca, ad esempio i tomini Longo (io qui ne trovo uno ottimo bio di un produttore locale), o se non lo trovate potete facilmente farvi il labne
fettine sottili di pane integrale
1-2 cucchiai di olio evo
sale

 Se fate il labne voi è meglio che usiate lo yogurt intero, che è molto magro comunque, ma decisamente più buono (ma anche questo è un discorso troppo lungo, meglio che mi fermi qui e lo riprenderemo poi)
Lavate le foglie e i fiori dell' aglio, lasciandone da parte alcuni per la decorazione, metteteli nel bicchiere del frullino a immersione con l'olio ed un cucchiaio del formaggio e frullateli bene. Il formaggio non va messo tutto perchè prenderebbe una consistenza liquida, ma solo eventualmente il minimo indispensabile per frullare più facilmente le foglie.  Versate in una ciotola e mescolate con il formaggio rimanente, salate e spalmate sul pane, decorando i crostini con i fiori dell'aglio o con altri piccoli fiori commestibili.



Con questa ricetta partecipo al contest del gattoghiotto e del Rifugio Meira Garneri, 



venerdì 10 maggio 2013

Primavera nei prati

Queste foto le ho fatte circa 20 giorni fa a Fondo. Non ero mai andata in questa stagione, e pensavo di non trovare niente di fiorito nel prato, al massimo un pò di viole e primule al margine del bosco. Invece mi sono trovata davanti uno stupendo arazzo: anemoni, scilla, crochi, gagea punteggiavano il prato di bianco, rosa, lilla, giallo e blu.

scilla e gagea


Alcune foto sono un pò sfuocate, ma le metto lo stesso per rendere l'idea dell'insieme.




Quest'anno la stagione è indietro e questa fioritura normalmente dovrebbe essere all'inizio di aprile. Come vedete i prati non sono belli solo in maggio-giugno, ma, sapendo ricreare gli ambienti naturali ormai perduti, in tutte le stagioni.



Questi fiori sono adatti ad un prato fresco, in media montagna o in collina su un pendio rivolto a nord




Ecco l'alchemilla e le prime foglie della bistorta, che fra poco con le sue infiorescenze colorerà di rosa tutti questi prati.





giovedì 21 marzo 2013

Frittata con la silene

silene vulgaris


Finalmente riesco a scrivere qualcosa sul mio blog, dopo un lungo periodo in cui sono stata talmente stressata da non farcela: è solo una ricetta molto semplice e le foto(dello scorso anno, quest'anno c'è ancora la neve!) sono bruttine, ma è molto veloce e appetitosa, e sa di primavera, che qui quest'anno sta tardando ad arrivare. Ve la metto ora perchè nel resto d'Italia immagino che la silene ci sia già da molto tempo.


ingredienti:

cime di silene  gr 80 circa

uova 6

2 patate medie

olio per friggere, sale





Il quantitativo delle erbe è indicativo, per darvene un'idea se è la prima volta che fate una preparazione simile (io è la prima volta che le ho pesate!), poi potete metterne di più o di meno a seconda dei vostri gusti.

Sbollentate le erbe in acqua bollente salata, per un minuto, o comunque finchè non sono tenera, ma fate attenzione che devono cuocere il minimo indispensabile, e scolatele.

Pelate e tagliate a dadini di 1,5 cm circa le patate e friggetele. Mettetele su una carta assorbente per eliminare l'unto, lasciatele un pò intiepidire e salatele.
Se preferite una ricetta più light potete bollire le patate tagliate a dadini invece che friggerle, o ancora bollirle intere e poi passarle con lo schiacciapatate.

Nel frattempo sbattete e salate le uova e poi mescolate tutti gli ingredienti e ricavatene una o due frittate, che cuocerete come siete soliti fare.

frittata con la silene