giovedì 17 settembre 2015

Crepes di grano saraceno al buon enrico


In montagna sta già arrivando l'autunno.
In questo momento, dopo un'estate bruciata dall'anticiclone africano,  sono ben poche le erbe a nostra disposizione.
Una delle poche ancora fresche e utilizzabili è il buon enrico (Chenopodium bonus enricus), che cresce spontaneo in montagna vicino alle malghe, in terreno umido e arricchito dal letame delle mucche.

malga in montagna: vicino crescono ortiche, romice, rabarbaro alpino e buon enrico

Quest'anno ho sperimentato la sua coltivazione a quota bassa, cioè nel mio orto a 500 metri slm. Pensavo che avesse problemi a causa dell'estate troppo calda, invece è cresciuto benissimo. Non l'ho piantato in pieno sole, perchè ho notato che le erbe che in montagna crescono in posizioni soleggiate si trovano a volte anche in collina, ma all'ombra.
Il mio l'ho messo sotto un pero ai margini dell'orto, in terreno ben concimato che riceve il sole del mattino.
Le mie piantine però sono ancora piccole e hanno poca semente, così sono andate in montagna a prendermi i semi che mi servono e ne ho approfittato per raccogliere anche le tenere foglie nuove da cucinare.

una distesa di buon enrico(Chenopodius bonus enricus)

Il buon enrico è detto spinacio di montagna e rispetto agli spinaci dell'orto ha un gusto più dolce. Contiene anche lui, come quello ortivo, acido ossalico, per cui è meglio mangiarlo cotto in quanto gran parte di questa sostanza viene eliminata con la cottura. In conpenso ha circa tre volte più vitamine e sali minerali degli spinaci normali.



Ed ecco il mio piatto preferito col buon enrico, le creps.
Queste creps sono fatte col grano saraceno: io avevo scoperto nei miei esperimenti che sono buonissime e più adatte di quelle di farina di grano ai piatti rustici come questo, poi ho visto girando su internet che in tante zone della Francia, in particolare in Bretagna, per i piatti salati le creps si fanno appunto così e vengono chiamate gallettes, mentre quelle con la farina di grano solitamente si usano per le preparazioni dolci.


Ingredienti (per 8-10 crepes):

260 gr di farina di grano saraceno
540 ml di acqua
2 uova
un cucchiaio d'olio
un cucchiaino di sale

per il ripieno:

mezzo kg circa di buon enrico
una tazza grande di besciamella (fatta con la fecola se volete la versione senza glutine)
100 gr di toma d'alpeggio
burro: qb
sale




Prendete una ciotola e mettete la farina di grano saraceno, il sale, unite l’acqua a filo e mescolate in continuazione con una frusta in modo che non si formino i grumi.
Aggiungete anche l’olio e le uova e mescolate bene.
Fate riposare la pastella per almeno due ore in frigo prima di usarla.
Scaldare una padella e ungerla con pochissimo burro o olio. Versatevi mezzo mestolo di impasto spargendolo bene in modo che la crepe risulti molto sottile. Quando si stacca facilmente dalla padella giratela con una palletta.  Man mano che le cuocete impilate le crepes su un piatto.
Lessate il buon enrico (fate attenzione a non scuocerlo, cuoce molto velocemente) e salatelo, potete eventualmente anche saltarlo in un pò di burro per esaltarne il sapore.
Scaldate la besciamella in un tegamino, mescolatela con il buon enrico.
Tagliate il formaggio a dadini.
Ora prendete una crepe, spalmatela per metà con la besciamella, sopra la quale metterete del formaggio. Ripiegate la metà della crepe su cui non avete messo niente sull'altra.
Ripetete quest'operazione con tutte le crepes, mettendole man mano in una pirofila leggermente unta.
Cospargetele con piccoli fiocchetti di burro e mettetele in forno a gratinare per circa 20 minuti a 180°.
Questa ricetta si può realizzare anche sostituendo al buon enrico della barba di becco o delle ajucche.




domenica 26 luglio 2015

Dune



Come sapete io adoro le piante delle dune. In questa spiaggia a Marina di Bibbona sono capitata per caso, decidendo di partire all'ultimo minuto, da un giorno all'altro perchè ero sfinita dal caldo e dalla bronchite. Il mare a dire il vero è più belle in altre spiagge della zona, ma qui ho scoperto queste dune tenute benissimo.




Camminando sulla riva ho pensato "guarda che bel giardino hanno fatto in questa spiaggia", poi, andandolo a vedere da vicino, ho scoperto che era semplicemente la vegetazione spontanea delle sabbie.


giglio di mare (Pancrathium maritimum) e euforbia marittima (Euphorbia paralias)


Non capisco proprio quelli che continuano ad ostinarsi a voler fare prati all'inglese al mare, o a mettere ingiardino tutte piante esotiche, che poi sfuggono alle coltivazioni e soffocano la vegetazione autoctona, quando si potrebbero fare giardini stupendi con le nostre piante.

Qui non c'è una grande varietà di piante, ma il pregio di quest'area è che per fortuna non si sono ancora diffuse infestanti alloctone come in altre aree protette della costa, ad esmpio a Migliarino o a
Lido di Classe.


Guardate che bella anche la vegetazione mediterranea alle spalle delle dune, così fitta e rigogliosa!


eringio(Eryngium maritimum)

Molto numerosi sono i gigli di mare (Pancrathium maritimum), che erano fioriti proprio quando sono andata, l'euforbia marittima (Euphorbia paralias), che io adoro, e l'eringio(Eryngium maritimum).


sabato 21 febbraio 2015

Hamamelis


i miei piccoli Hamamelis "Aurora", "Livia" e "Pallida"

Eccomi ritornata al mio blog dopo tantissimo tempo in cui non riuscivo più a scrivere.
Nel frattempo ho traslocato, anche il vivaio, e ho iniziato a coltivare altre piante, in particolare piante per i giardini d'inverno, perchè qui l'inverno è lunghissimo e grigio e si sente molto la necessità di qualcosa che lo rallegri: bacche e cortecce colorate e i rari fiori invernali, solitamente piccoli e profumatissimi.
Proprio il loro profumo è stupendo, perchè porta l'emozione della primavera nel cuore dell'inverno. I primi a fiorire sono il calicanto e l'evonimo, in dicembre e il raro prunus subhirtella autumnalis, poi da gennaio gli hamamelis e i viburni ed in febbraio la lonicera fragrantissima e la dafne.


Oggi, anche se pioveva, sono andata a visitare il Giardino degli Hamamelis del dott. Cammarano a Borgomanero, per chiedergli alcune informazioni e deliziarmi della vista del suo magnifico giardino.
Non potevo andare in un altro momento(anche se il giardino è visitabile negli ultimi due fine settimana di febbraio e nel primo di marzo), e così siamo andati sotto la pioggia: tutto grondava acqua e le foto non sono granchè, ma in compenso il giardino era tutto per noi.





La disposizione è fatta a stanze, divise da archi, siepi, portali: ogni volta che ne oltrepassi unorimani stupito dalla sorpresa.


Tutti i particolari sono incredibilmente curati: panchine, statue, mangiatoie per uccellini, una vasca d'acqua(dove io rischio di cadere tutte le volte perchè mi distraggo a guardare le piante e non vedo dove metto i piedi), piccole tettoie che riparano  poltroncine di vimini.

Gli uccellini gradiscono molto il cibo appeso dentro retine attaccate ai rami degli alberi, e ce n'è un gran numero di tante varietà.






Oltre agli hamamelis ci sono belle collezioni di agrifogli, aucuba, salici e cornus.


sullo sfondo, coi rami rosati, la mia preferita: Acer conspicuum 'Phoenix'


Il dott Cammarano è molto gentile e competente, il giardino assolutamente delizioso.

Questi sono invece i miei piccoli Hamamelis sotto la neve.


Hamamelis "Pallida"

Hamamelis "Aphrodite"

Hamamelis "Diane"


la neve sul mio vivaio